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SANT’ALBERTO
Ravenna (RA)
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Frazione del comune di Ravenna posta a sud del fiume Reno, che la divide dalle valli di Comacchio. Questa zona fu coinvolta nella cosiddetta “battaglia delle Valli”, avviata con la liberazione di Ravenna il 4 dicembre 1944, che vide combattere fianco a fianco gli alleati e i partigiani della 28
a
brigata Garibaldi Gordini di
Bülow
(Arrigo Boldrini). Già dagli ultimi giorni di novembre nell’area si erano concentrati i partigiani della “colonna Wladimiro” (dal nome di battaglia del comandante, Mario Verlicchi), una formazione di circa 400 uomini delle SAP (Squadre d’azione patriottica) provenienti da tutta la Bassa Romagna. Gli alleati, una volta presa Ravenna, furono costretti a fermare la loro avanzata sui canali poco sopra la città, lasciando soli i partigiani a combattere il nemico in campo aperto solo con armi leggere. Sant’Alberto fu raggiunta la mattina del 6 dicembre, ma dopo poche ore un forte contrattacco tedesco rioccupò il paese. Solo il 5 gennaio 1945 reparti della 1
a
divisione canadese, dopo lunghi e sanguinosi scontri, liberarono definitivamente la località, preziosa testa di ponte per l’avanzata primaverile, alla quale avrebbero partecipato i partigiani della 28
a
brigata Gordini, inviati in prima linea insieme ai fanti italiani del Gruppo di combattimento Cremona.
Da gennaio ad aprile questo territorio, il più settentrionale fra quelli liberati, ospitò la base del comando partigiano della Gordini (targhe a Sant’Alberto in via Nigrisoli, in via Argine Sinistro Reno e in via Gattolo Superiore) e quello del Cremona (stele nella corte della Fattoria Guiccioli a
Mandriole
, dov’è anche il cippo ed il busto bronzeo di Anita Garibaldi, morta qui il 4 agosto 1849).
Oltre al monumento in piazza Garibaldi a Sant’Alberto dedicato ai caduti del Cremona e della Gordini, numerosi sono poi cippi e lapidi dedicati ai partigiani caduti nei combattimenti.
(Estratto da G. Ronchetti, "La Linea Gotica, i luoghi dell'ultimo fronte di guerra in Italia", seconda edizione 2018, Ed. Mattioli1885)