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MONTERENZIO
Monterenzio (BO)
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Comune bolognese della valle dell’Idice dove operarono tre brigate partigiane Garibaldi: la 36
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Bianconcini, la 62
a
Camice Rosse e la 66
a
Piero Jacchia, le quali si resero protagoniste di numerose azioni contro i nazifascisti. Il loro quartier generale era nella frazione di Ca’ del Vento, come ricorda una lastra in marmo sul muro dell’omonima trattoria, che elenca anche i nomi dei partigiani caduti in combattimento. Altro punto di riferimento degli antifascisti fu il mulino della famiglia De Giovanni a Savazza, dove oggi una lapide ricorda il sacrificio della figlia ventenne del mugnaio Francesca De Giovanni “Edera”, prima donna partigiana fucilata a Bologna insieme a cinque compagni il 1° aprile 1944.
Dopo la conquista del massiccio del monte delle Formiche (544 m.), avvenuta l’11 ottobre 1944, gli americani dell’85
a
divisione
Custer
raggiunsero Monterenzio due giorni dopo. Nel fondovalle dell’Idice gli alleati realizzarono anche una pista aerea, prima a Bisano (dove il 6 novembre ’44 s’insediò anche la prima Giunta comunale con sindaco il comandante partigiano Guerrino De Giovanni) e poi a Savazza. Le truppe alleate rimasero qui tutto l’inverno, con i tedeschi appostati sulle alture a nord del capoluogo, come attestano le trincee e le postazioni ancora presenti sul monte Iano (500 m.). Nella primavera 1945 entrò in linea in quest’area il Gruppo di combattimento italiano Legnano, che partecipò all’offensiva a partire dal 10 aprile conquistando le posizioni tedesche di Vignale, monte Armato e Poggio Scanno, come attesta un cippo in via Monte Armato all’incrocio con via Arditi.
(Estratto da G. Ronchetti, "La Linea Gotica, i luoghi dell'ultimo fronte di guerra in Italia", seconda edizione 2018, Ed. Mattioli1885)