La Linea Gotica fu l’ultimo fronte di guerra in Italia dall’agosto del 1944 all’aprile del 1945 dividendo in due l’Italia, dal mar Tirreno all’Adriatico. Da una parte l’esercito tedesco che, assieme alla Repubblica Sociale Italiana, difendeva i punti strategici sulle alture appenniniche, dall’altra parte gli Alleati, e con essi l’esercito del Regno del Sud, che tentavano di penetrare nella Pianura Padana. Nel mezzo la popolazione civile e il movimento partigiano. Accanto alla guerra combattuta al fronte il territorio fu segnato da numerosi episodi di stragi di civili, per tutte Sant’Anna di Stazzema e Monte Sole (Marzabotto); stragi ordinate dai comandi, rappresaglie o semplici atti di violenza furono commessi contro la popolazione italiana per cercare di porre un freno al movimento della Resistenza. Ancor più che un teatro bellico la Linea Gotica fu il luogo dove si manifestarono profondi cambiamenti politici a livello mondiale, il timore inglese della fine dell’epoca dell’impero coloniale nel quadro politico di spartizione tra le nuove potenze americana e sovietica che presto sarebbe stato sancito nella Conferenza di Yalta. Ma la Linea Gotica rappresentò anche un villaggio globale ante litteram che vide l’incontro tra soldati di quaranta paesi diversi che con le loro culture entrarono in contatto con le popolazioni locali. Obiettivi Il progetto vuole andare oltre affermazioni superficiali legate all’orrore, alla brutalità o alla fatalità della guerra e cercare di comprendere non solo come questi eventi siano potuti accadere ma focalizzare il cambiamento interiore delle persone coinvolte, siano essi civili, tedeschi e partigiani che delle comunità. Il progetto è incentrato sulle difficoltà della memoria delle singole persone, delle comunità, della ricostruzione storia, dell’aspetto legale e della declinazione artistica. Destinatari: Scuole superiori Modalità e Tempi: Due lezioni di due ore cadauna in classe
1° Incontro: “Storie di uomini in guerra sulla Linea Gotica”
2° Incontro: “La Linea Gotica e le stragi: crimini contro gli inermi. La guerra non finisce mai.”
Il laboratorio è stato tenuto il giorno 11 maggio 2013, durante il corso biennale “Operatore Olistico di pace” organizzato da Rocca di Pace, scuola riconosciuta SIAF, di Sestola (Modena) nella sezione “Negazione, violenza e sottomissione: tre modalità abituali di gestione dei conflitti”
La guerriglia e la contro-guerriglia sono conseguenze dell’occupazione militare di un territorio e questo fatto è una cosa nota fin dall’antichità. Ne parlò anche Nicolò Machiavelli nella sua opera Il Principe (1532) dove, nel quinto capitolo intitolato In che modo si debbino governare le città o principati li quali, innanzi fussino occupati, si vivevano con le loro legge. Quali erano questi rimedi allora? Oggi sono ancora validi? Come furono occupati militarmente i due territori (Italia e Jugoslavia)? Quali furono le ripercussioni?
Obiettivi didattici: Riflessioni su: - concetto di occupazione militare di un territorio - differenze e similitudini tra gli italiani in Jugoslavia (1941-42) e i tedeschi in Italia (1944-45) - riflessioni sul presente
Contenuti: Gli italiani in Jugoslavia: il caso di Ljubljana con la cronologia degli eventi storici legati al territorio conteso tra Italia e Jugoslavia dalla fine dell’800, alla Prima guerra mondiale, all’avvento del fascismo, la seconda guerra mondiale e dopo I tedeschi in Italia: il caso della Linea Gotica dall’alleanza tra Italia e Germania, la Campagna d’Italia, l’armistizio e le conseguenze…
Destinatari: Scuole superiori Modalità e Tempi: Due lezioni di due ore cadauna in classe
1° Incontro: Occupazione e repressione: il caso Linea Gotica
2° Incontro: Occupazione repressione: il caso Ljubljana
Questo laboratorio è stato tenuto i giorni 23-24 novembre 2012, durante la Winter School 2012: Italiani Brava Gente? Una prospettiva contemporanea per i crimini di guerra italiani in Europa, organizzato dall’Istituto Alcide Cervidi Gattatico (Reggio Emilia).
Alla fine di settembre del 1944, i partigiani di “Armando”, ripararono nell’Appennino bolognese e, assieme alle altre due brigate partigiane locali: Matteotti e Giustizia e Libertà, diedero vita alla cosiddetta Zona Libera del Belvedere e all’esperienza della Divisione Modena Armando in linea con gli Alleati. Un’esperienza nuova per i partigiani che dovettero cambiare il loro modo di combattere. Ma furono sempre “rose e fiori”? Quali furono i problemi che entrambe le parti dovettero affrontare e risolvere? Quale fu l’apporto che diedero i partigiani alla liberazione e alla gestione del territorio?
Obiettivi didattici: Riflessioni - concetto di Zona Libera - rapporti non sempre semplici tra partigiani, amministrazioni locali e Alleati - i partigiani in prima linea con americani, brasiliani e afro-americani - la liberazione
Contenuti: Dopo l'esperienza di Montefiorino, i partigiani di "Armando" (Mario Ricci) riparano nel territorio bolognese del Belvedere, occupato dai tedeschi; zona che si trova a ridosso delle prime retrovie della Linea Gotica, a sua volta in fase di ripiegamento. I partigiani liberano vari comuni dando così avvio alla prima fase della cosiddetta Zona Libera del Belvedere. Tale esperienza, con l'arrivo di una squadra dell'Oss (Office of Strategic Services), si trasforma (seconda fase) in una collaborazione con gli Alleati, seppur non semplice e scontata, e, solo in seguito (terza fase), si arriva a un vero e proprio riconoscimento ufficiale, quando i partigiani entrano a pieno titolo nei piani strategici anglo-americani in vista dell'avanzata finale.
Approfondimenti: La Zona libera del Belvedere. I rapporti tra i partigiani, le amministrazioni locali e gli Alleati (settembre 1944-aprile 1945) di Massimo Turchi in E-Review / 3 / 2015
È pronto il nuovo laboratorio riservato alle scuole: il Diorama vivente 2.0. Gli alunni lavoreranno sulla ricostruzione delle storie dei personaggi coinvolti nel conflitto, utilizzando le notizie tratte dalla documentazione esistente, dalle interviste, impareranno a “leggere” le fotografie, a interpretare i documenti e i libri.
Per gli obiettivi e i contenuti rimandiamo al Modulo 2: Il Diorama vivente