Nel giugno 1944, poco dopo la presa di Roma, il generale Alexander, comandante delle forze alleate in Italia, ha sottoposto al generale Wilson, comandante supremo del Mediterraneo, un proprio rapporto circa la prosecuzione delle operazioni militari sul fronte italiano. Alexander ipotizza, con l'appoggio del primo ministro Churchill, l'inseguimento del nemico tedesco e, dopo la conquista di Firenze, un rapido sfondamento della Linea Gotica, per poi dilagare nella pianura padana puntando verso l'Europa danubiana prima dell'arrivo dell'Armata Rossa. Il piano di Alexander trova però una pessima accoglienza fra i vertici americani, intenzionati ad aprire il secondo fronte francese dopo lo sbarco in Normandia avvenuto il 6 giugno. Il 2 luglio, infatti, gli stati maggiori alleati ordinano l'approntamento dello sbarco in Provenza, sottraendo al fronte italiano ben sette divisioni. Il 4 agosto in un summit dei vertici militari inglesi presieduto da Alexander, su proposta del generale Oliver Leese, comandante dell'Ottava Armata, viene deciso l'avvio dell'offensiva alla Linea Gotica sulla costa adriatica verso Rimini per poi far avanzare successivamente le truppe americane verso i passi appenninici. Il 7 agosto il generale americano Clark, comandante della Quinta Armata, approva il piano (che prenderà il nome in codice di "Olive", dal nome del suo ideatore), a patto che gli venga affidato il XIII Corpo d'armata, per reintegrare le divisioni cedute al fronte francese. In quei giorni vengono stesi i piani dettagliati dell'attacco, mentre viene messo in atto il segretissimo piano Ulster, un'opera di disinformazione per convincere i tedeschi che i movimenti delle truppe sull'Adriatico sono un diversivo, mentre il vero attacco verrebbe sferrato al centro, verso il passo della Futa. Per l'avvio delle operazioni vi sono però alcuni problemi, dati dal fatto che buona parte dell'Ottava Armata si trova in quel momento sul fronte centrale. E' necessario perciò spostare ben otto divisioni con uomini, armamenti e mezzi nel settore adriatico. Dal 15 al 22 agosto le strade dell'Appennino umbro-marchigiano vedono così transitare un fiume inesauribile di camion, carri armati e cannoni. Dai 60 agli 80.000 veicoli viaggiano di notte a fari spenti tra le valli dell'Appennino sollevando un incredibile polverone che non passa inosservato ai tedeschi, i quali, tuttavia, non danno troppo peso a questi movimenti e si attestano sulla Linea Rossa, lungo il corso del torrente Arzilla. La situazione viene giudicata così tranquilla che il generale von Vietinghoff, comandante della Decima Armata, se ne va addirittura in licenza. Il 19 agosto i reparti del II Corpo polacco del generale Anders avviano un'operazione preliminare con l'obiettivo di portarsi sul Metauro, in vista dell'attacco alla Gotica. Per tre giorni i polacchi combattono contro l'accanita resistenza tedesca e raggiungono il fiume il giorno 22, con la collaborazione delle truppe italiane del CIL (Corpo Italiano di Liberazione) e della brigata partigiana "Maiella". Gli ordini definitivi per l'attacco, diramati il 16 agosto, assegnano all'Ottava Armata britannica il compito di attaccare per prima nel settore costiero adriatico con nove divisioni, ponendosi come obiettivo iniziale la conquista di Rimini; dopo 24 ore è prevista l'entrata in azione della Quinta Armata, ma limitata solo al raggiungimento di posizioni di partenza più vantaggiose per l'attacco sull'asse Firenze-Bologna previsto cinque giorni dopo da parte di cinque divisioni del XIII Corpo britannico. Tutto è pronto per l'attacco, previsto per le ore 23 del 25 agosto 1944. (Estratto da G. Ronchetti, "La Linea Gotica, i luoghi dell'ultimo fronte di guerra in Italia", Ed. Mattioli1885)