«Erano convinti di fare qualcosa d'importante per il loro Paese, l'Italia. Si ritrovarono nella neve e nel fango di fronte a un'altra Italia che urlava tutta se stessa in quell'altoparlante: "Arrendetevi, siete italiani come noi" o di fronte a soldati americani che gridavano: "Arrendetevi paisà!".» I marò, i fanti di marina della divisione «San Marco» della Repubblica Sociale Italiana, arrivarono sul fronte appenninico il 25 gennaio 1945, a tre mesi dalla fine della Seconda guerra mondiale. Erano stati addestrati in Germania, molti di loro avevano tra i 17 e i 20 anni e si erano arruolati per difendere Roma dagli Alleati. Quando rientrarono in Italia, la Città Eterna era già stata persa e i loro avversari divennero i soldati americani e i partigiani schierati lungo la Linea Gotica. La storia delle operazioni belliche in cui fu coinvolto il III battaglione del 5° reggimento schierato sul fronte dell'Abetone è ricostruita partendo da quanto rimane oggi delle postazioni fortificate, delle granate e delle trincee visibili lungo i sentieri di montagna dell'Appennino tosco-emiliano esplorati attentamente dall'autore, con l'aiuto di alcuni reduci. Il paesaggio è molto cambiato, ma sotto le folte chiome dei boschi vi sono ancora testimonianze dei combattimenti che si svolsero nel gelido inverno 1944-45.