Il progetto educativo prese avvio a seguito del convegno “Una montagna di Pace: la linea Gotica dei monti della Riva, 8-9 giugno 2002”, dove reduci americani, tedeschi e partigiani raccontarono la loro esperienza di guerra sui Monti della Riva nel territorio di Fanano (Modena). Il Presidente della Repubblica Italiana ci fece pervenire un suo saluto.
Da qui nacque l’idea del “diorama vivente”, il cui punto di forza di questa modalità altamente interattiva è l’approccio emozionale volto alla comprensione del cambiamento interiore delle persone prima, durante e dopo la guerra. Inoltre, contemplando i differenti punti di vista dei protagonisti (partigiani, soldati americani e soldati tedeschi), è possibile comprendere l’importanza del dialogo e del confronto interculturale come mezzo per evitare i conflitti.
Nell’era del passaggio del testimone, risulta indispensabile imparare a sfruttare la testimonianza dei luoghi, leggendone le stratificazioni ed i segni.
Si vuole avviare il processo interiore di rielaborazione dell'ultimo conflitto mondiale che vide coinvolte l'Italia e l'Europa. Il tutto è supportato da schede didattiche, documenti originali, testimonianze, giornali e foto d'epoca. Al centro dell'attività c'è l'uomo-soldato, la sua vita da quando era civile fino a quando è arrivato al fronte, per concludersi alle problematiche legate alla rielaborazione del ricordo. Questi aspetti personali sono trattati dai tre punti di vista: alleato, tedesco e partigiano. La metodologia si propone di raccontare con i fatti la complessità della guerra – per quanto possibile – in tutti i suoi aspetti: economico, militare, sociale e personale, andando oltre alle affermazioni superficiali legate all'orrore, alla brutalità o alla fatalità. Vuole cercare di spiegare non solo come sia stato possibile arrivare a ciò ma, soprattutto, focalizzare il cambiamento interiore delle persone coinvolte. La guerra cambia gli uomini, cambia la percezione della realtà, cambia la scala dei valori e il ritorno alla normalità non è né semplice né scontato. Parlare di storia, delle esperienze vissute di questi uomini-soldati serve a vedere la guerra da dentro ed emerge con chiarezza ed evidenza il messaggio di pace e il rispetto dell'altro. Scrive Freud: Tutto ciò che fa sorgere legami emotivi tra gli uomini deve agire contro la guerra. Sigmund Freud (nella lettera di risposta a Albert Einstein, settembre 1932).
In Europa, oggi più che mai, il discorso sulla cittadinanza, sull'identità e sull'appartenenza assume una particolare importanza. L'identità è una realtà viva che si articola tra continuità e cambiamento, e rinvia sempre ad una storia che ci precede. Lo studio della storia del proprio terrritorio può contribuire a costruire il senso di identità sociale dei giovani, e si può cogliere il significato non locale di fenomeni verificatisi in ambiti circoscritti e, viceversa, capire l'incidenza nel proprio territorio di fenomeni generali. La Seconda Guerra Mondiale ha rappresentato il punto di svolta tra il vecchio e il nuovo mondo: tutto ripartì (anche se non da zero) da quel conflitto. Qui è possibile far risalire alcune (sicuramente la maggior parte) delle problematiche attuali, ma anche l'idea di un Europa unita.
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